E se Pio XI fosse stato ucciso dal suo medico personale,
il padre di Claretta Petacci? A suscitare l'inquietante sospetto è
stata la riapertura dei diari dell'amante del Duce, desecretati dopo
quasi settant'anni di oblio negli archivi dello Stato. Da quelle
agende risultano strappate le pagine dal 5 al 12 febbraio 1939, ossia
i giorni a cavallo della morte del papa. Chi ha voluto questa
manomissione, e perché?
Le indagini condotte oggi sui diari di
Claretta hanno permesso di accertare la sottrazione delle pagine
relative a quei giorni cruciali e gettano un'ombra inquietante sulla
fine del papa lombardo. Ma ogni assassinio richiede un movente.
Perché qualcuno avrebbe voluto la morte del pontefice?
L'attrito fra Pio XI e Mussolini era
cosa nota e si era aggravato l'anno precedente dopo l'emanazione
delle leggi razziali. Nei diari di Claretta Petacci e di Galeazzo
Ciano sono riportati alcuni violenti scatti d'ira del Duce contro il
papa, di cui arrivò ad augurarsi la morte. Per Mussolini era
intollerabile che Pio XI lo attaccasse sulle politiche antisemite e
riteneva questo atteggiamento nefasto per la Chiesa e per la società.
Molti si aspettavano che l'11 febbraio,
in occasione del decennale del Concordato fra lo Stato italiano e la
Chiesa, il papa avrebbe tenuto un discorso fortemente polemico e
accusatorio nei confronti dei regimi fascista e nazista. E avevano
ragione a pensarlo, visto che nella bozza di quell'orazione mai
pronunciata – il papa morì il giorno prima – i due dittatori
venivano paragonati a Nerone (fu Giovanni XXIII, vent'anni dopo, a
renderne pubblica una parte). Ancora più pesante l'impatto che
avrebbe potuto avere l'enciclica contro l'antisemitismo alla quale il papa
stava lavorando in quel periodo, e che fu gettata nel dimenticatoio
dal successore Pio XII.
Claretta Petacci |
La morte del pontefice alla vigilia di
un discorso scomodo e di un'ancor più temibile lettera enciclica
giovò sicuramente al fascismo e al nazismo, che da allora non
trovarono più nella Chiesa di Roma un vero ostacolo. Se questo era
il movente, chi fu l'esecutore materiale? I sospetti cadono
inevitabilmente su Francesco Saverio Petacci, archiatra del papa e
padre dell'amante di Mussolini. Dai diari della figlia è evidente il
rapporto stretto del medico con il Duce, il quale era certamente
nella posizione di ottenere da Petacci l'esecuzione di un lavoro del
genere a compenso di favori passati o futuri.
Tutto vero o solo l'ennesimo caso di
fantapolitica? Difficile dirlo, visti i pochi elementi finora a
disposizione. Certo rimane singolare l'eliminazione di quelle pagine
dai diari di Claretta, che furono da lei affidati ad un'amica prima
del tragico tentativo di fuga con Mussolini conclusosi con la
fucilazione a Dongo. A manomettere i diari potrebbe essere stata la
stessa Claretta, oppure la contessa Rina Cervis che ne fu la custode,
i servizi segreti angloamericani che li visionarono o le autorità
italiane che li rinchiusero nell'Archivio di Stato fino ad oggi.
Qualcosa da nascondere c'era, su questo non vi sono dubbi. Che avesse
a che fare con la morte del papa è quantomeno probabile.
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