La Tour Eiffel in costruzione, 1888 |
Qualcosa di vero
c'è.
Questo
nuovo clima permise una straordinaria fioritura culturale, dominata
dal pensiero del positivismo:
fiducia nell'uomo e nelle capacità del progresso di migliorare la
vita di tutti. In quest'epoca nacquero nuove discipline di studio, si
riorganizzò il sapere tradizionale su basi rigorosamente
scientifiche, si ebbe una incredibile concentrazione di nuove
scoperte e invenzioni che avrebbero cambiato la vita dell'umanità in
brevissimo tempo. Si gettavano le basi materiali e culturali del
mondo contemporaneo,
quella civiltà industriale e urbanizzata che avrebbe dominato il
Novecento.
Dettaglio de Il Quarto Stato. 1901 |
La
Belle Époque è anche
l'epoca dei nazionalismi,
delle tensioni fra popoli diversi all'interno di immense compagini
multietniche come l'Impero austro-ungarico, quello ottomano e quello
russo, tutti attraversati da agitazioni, movimenti d'indipendenza,
fanatismi sciovinisti che non di rado sfociavano nel terrorismo e
negli attentati ai potenti. Ma furono anche tensioni internazionali,
dovute alla concezione
imperialistica che le
potenze europee avevano della politica estera. Fu un periodo di pace,
certo, ma di una pace apparente, che nascondeva questioni insolute
pronte a riesplodere anche con violenza.
Tutte
le nazioni dell'epoca, mettendo a frutto i progressi della scienza e
della tecnica, potenziavano ed espandevano i loro arsenali
bellici, pronte a
difendersi ma anche ad aggredire, in una specie di delirio di
onnipotenza in cui nessuno considerò realmente le conseguenze di
un'eventuale conflitto su larga scala.
La
Belle Époque finì di
colpo nel 1914, risucchiata nel baratro della Prima
guerra mondiale:
l'intreccio di tensioni e interessi contrapposti fra le varie potenze
che si era sedimentato in oltre quattro decenni aveva trasformato
l'Europa in una polveriera che cercava solo l'occasione per
esplodere. La miccia fu l'assassinio di Francesco Ferdinando
d'Austria a Sarajevo, ma fu solo il pretesto per dare il via libera
alla follia. L'epoca del positivismo, della fiducia nel progresso e
nello spirito dell'uomo, finì schiacciata dai suoi stessi frutti,
quei ritrovati della scienza che adesso venivano messi al servizio
della distruzione. L'Europa entrò in una fase nuova, all'ottimismo
subentrava lo smarrimento, la
fine delle certezze, la
consapevolezza che l'uomo moderno poteva essere capace di un male
sempre più grande.
Il Moulin Rouge in un quadro di Eugéne Galien-Laloue (1906) |
Forse
la Belle Époque
appare molto più “bella” e spensierata a chi la guarda col
senno di poi che a coloro che la vissero. Contribuiscono ad
alimentare questo mito la letteratura, i romanzi vittoriani, la
pittura impressionista e tutte quelle forme d'arte che hanno esaltato
il meglio di quegli anni. All'analisi storica, invece, non sfuggono
le contraddizioni
e le ambiguità
di quel periodo, che la formula ormai cristallizzata di Belle
Époque finisce spesso col
nascondere e sminuire.
giusto
RispondiEliminaMolto bello questo articolo Complimenti!
RispondiEliminaPreciso e non tralascia niente,complimenti
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