L'espediente
narrativo è semplice ma efficace: immaginare di seguire il percorso
di un sesterzio, una moneta di uso comune, che
passando di mano in mano ci conduce nei luoghi più disparati del
mondo romano, permettendoci di conoscere storie, personaggi, ambienti
e usanze. Le persone che si incontrano in questo viaggio immaginario
non sono frutto della fantasia dell'autore: per quanto il libro si
presenti con uno stile romanzato, ogni personaggio è realmente
esistito e ciò che sappiamo di lui corrisponde alla ricostruzione
biografica che è stato possibile effettuare sulla base di
ritrovamenti archeologici e ricerche storiche. Ciò che vediamo in
questo libro è dunque una fotografia di quello che doveva essere
verosimilmente la vita nell'impero romano ai tempi della sua massima
espansione, sotto il regno di Traiano, ossia fra il 98 e il
117.
Osserviamo
da vicino i vicoli malsani e i grandi fori di Roma, le città
militari della lontana Britannia e gli insediamenti ormai da
tempo “romanizzati” della Gallia; poi
ancora le località amene della Campania,
la grande sconfitta Cartagine e le fastose città del
Mediterraneo orientale, fino all'India e gli estremi confini del mondo
conosciuto. Ogni luogo e ogni storia permettono di approfondire un
aspetto della cultura romana e di misurarne la distanza (talvolta la
vicinanza) rispetto alla nostra, con analogie a volte sorprendenti se
si considerano gli oltre venti secoli che ci separano da quell'epoca.
Impero
ha un carattere dichiaratamente divulgativo, rivolto al grande
pubblico, ma riesce a sorprendere ed affascinare anche il lettore
esperto, soprattutto per la capacità dell'autore di inserire tutte
le notizie storiche in una cornice narrativa coerente e ben
sviluppata. Seguendo i vari personaggi scopriamo ad esempio che aspetto avevano le città, come si spostavano i Romani, quali erano le
loro attività lavorative e gli svaghi, come si amministravano la giustizia, il
potere, il commercio. Apprendiamo i loro modi di vivere, il rapporto con l'occulto, il ruolo delle donne, le modalità abitative, le tecniche di navigazione e tutti quegli aspetti che consentono di formarsi un'idea molto concreta e dettagliata dell'intero mondo romano.
Lo
stile, nell'insieme gradevole e mai noioso, non ha incontrato sempre il mio gusto, soprattutto per
l'uso eccessivo – direi quasi l'abuso – dei puntini sospensivi e
a volte anche dell'esclamativo. Immagino sia un riflesso di quello stile narrativo proprio di Alberto Angela, scandito da pause e sospensioni, che è molto efficace nella divulgazione televisiva ma ridondante in quella scritta. Qualche descrizione mi è sembrata un
po' confusa e mi ha lasciato un'immagine ambigua della cosa
descritta, ma si tratta di piccole imperfezioni in un'opera nel
complesso molto interessante e piacevole, che parla di storia in modo
scientifico ma si fa leggere con la scorrevolezza di un romanzo.
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